Ci avete fatto caso? Se avete un po’ di mal di testa e siete colti da un’improvvisa colica renale di quelle da sacramentare a perdifiato tutti i santi del firmamento, anche la testa tornerà leggera come una piuma. E come scriveva qualcuno, il cervello si adegua, concentra le forze per contrastare ogni volta il male maggiore, il dolore più forte, distraendoci dagli altri. Ecco. A Guardia si adotta una strategia simile.
In questo strano paese infatti dove al potere c’è una monarchia elettiva e oblativa, che funziona a pagamento e i rappresentanti si comprano ancora al mercatino dell’usato e si vendono anche in confezione da quattro, se c’è un po’ di nervosismo (eufemismo) fra maggioranza e opposizione (de che?) a causa della scoperta (altro eufemismo) di un palese “conflitto d’interesse” fra la cosa pubblica e l’interesse privato (tipo il conferimento della cittadinanza ad aziendam, di cui, sia detto per inciso, non ce ne frega nulla) e prima che la polemica – rilanciata stavolta da fonti esterne, addirittura del nord – cominci a crescere, ecco arrivare in prima pagina e ovviamente sui social, il solito pippone sulle meraviglie di Vinalia, e magicamente tutto il resto è diventato quisquilia. Proprio così, Vinalia: la Sagra dell’autoreferenzialità, del narcisismo, dell’egocentrismo, che con questa compagine amministrativa ha trovato i suoi interpreti perfetti.
Capito come funziona in questo paese? È una strategia perfetta. Distrazione di massa e ogni schifezza che accade in questa comunità ci distrae dalla precedente ben più rilevante, cancellandola, come non fosse mai esistita. Ed è una tattica che ottiene anche un altro risultato importante, quello di poter continuare a produrre porcherie distogliendo l’attenzione con questa specie di celebrazione ante litteram. In questa trappola ci cadono un po’ tutti e ci cade soprattutto l’informazione locale, che è pur sempre il loro Istituto Luce e non c’è da stupirsi. Purtroppo però ci cadono anche i cittadini, quel popolo di scontenti che dopo tre anni confidava in segnali di svolta, ma in fondo non c’è da stupirsi neanche qui. Ignoranti e distratti, il meglio che ci sia. E le ragioni oggettive sono da ricercare innanzitutto nel camposanto che è diventata Guardia. Nello stallo e la miseria di un paese che non riesce a uscire dalla situazione in cui è, e di una amministrazione che non ha le chiavi di casa e non sa fare un passo senza i soliti sulla “piazza” da più di un trentennio; che non sa darsi un futuro che non sia la prosecuzione automatica del presente. Un paese monarchico nel peggiore dei modi, per conformismo da gregge, attaccato al feticismo verso persone, da sempre gregari di seconda fila del signorotto di campagna. Un paese statico senza essere stabile, conformista per viltà e servilismo e per mantenere gli stessi posti a ogni livello. In cui l’unico criterio guida è lasciare al potere chi è già al potere.
Però, in questa similitudine sanitaria, che in fondo per Guardia è perfetta tanto a star male siamo sempre e solo noi cittadini, eravamo arrivati solo al mal di testa. Mancherebbe ancora la colica di reni, quella che copre, azzerandoli, tutti i mali precedenti. Magari arriverà a colpi di quid, tarallucci e falanghina dopo le ferie d’agosto! Chissà!
Che voglia di dimettersi da cittadini…
Buon Ferragosto!