Per quanto tempo il Paese sarà disposto a nutrirsi di questa perenne propaganda farlocca, di questa panna montata senza stufarsene, senza pretendere qualcosa di più vero e nutriente, la risoluzione dei suoi problemi invece della loro moltiplicazione all’infinito? Da mesi, sui giornali, sulle reti Rai, Mediaset, Sky, La7, va in onda il telegiornale monografico a reti unificate che invade le case degli italiani. Ogni giorno una nuova indignazione cancella la precedente, accompagnata da una martellante campagna a senso unico, su tutte le ruote. Ogni atto, ogni dichiarazione della compagine governativa che presenti una sia pur minima difformità da quella identificata come “ortodossia del pensiero unico”, viene allungata, mistificata ed utilizzata dalla grande stampa e dai media come pretesto per dimostrare presunti, continui, gravi contrasti. Impressionante è il mondo dei tg e dei talk-show, dedicati h24 a colpire la compagine di governo. Gli attacchi sono palesi, diretti e indiretti, occulti, istituzionali, subliminali. E occupano ogni trasmissione, ogni telegiornale, almeno tre volte al dì prima dei pasti. Anche le tiepide voci iconoclaste sono sempre messe in chiara posizione di minoranza, e invitate a comportarsi con i dovuti riguardi. Nei tg e nei talk (politici o d’intrattenimento) viene fatto sfilare soltanto il moribondo Nazareno in missione umanitaria, star e starlette, furbetti e furboni dell’età renziana e post renziana a costo zero, sindacalisti in attesa di ricollocazione politica, l’artiglieria pesante degli eurocrati, varie associazioni, l’Anpi, l’Anci, le femministe, le Ong, i vegani, le Anime Belle, i Saviani, fior di canaglie, mafiosi, cocainomani e tutta la sovrabbondanza di ospiti fintamente super partes e grossolanamente partigiani. L’umore stantio che ne fuoriesce è quello della conventicola di affiliati. Ogni giorno montagne di bufale vengono rovesciate nella discarica dell’opinione pubblica. Un volgare accozzo di fregnacce. Le accuse di demagogia e populismo alla compagine governativa diventano in certi casi grottesche e autobiografiche. Miracolati, giornalisti, conduttori televisivi, sguatteri del conformismo più squallido, rispecchiano un pluralismo di ghigne che si danna quotidianamente per riaffermare il monismo di fondo del pensiero unico. Sarebbe sufficiente osservare le smorfie, guardare le trasmissioni a volume spento, per immaginare il tenore delle loro idee. Si riconoscono epidermicamente e intimamente della stessa natura, per cui si cercano, si difendono l’un l’altro e tutti insieme corrono a nascondersi dietro la sottana del Potere. Per il quale, in genere, combattono le guerre, difendendone gli interessi con spirito mercenario, senza eroismo alcuno, sul sempre più sterminato campo di battaglia dell’opinione. Arnesi di quel Potere, neppure più tanto occulto e soverchiante, che ha ritenuto necessario in queste ore mettere in scena una declamatoria mimesi di carità laicista servendosi di suggestioni umanitarie, al fine di proseguire il saccheggio senza venir disturbato da un’eventuale presa di coscienza dei più, che sempre di più sono. Per quanto tempo ancora il Paese sarà disposto a cibarsi di questa “mala informazione” che trasforma in bianchi anche i gatti neri? In un paese normale il mondo dei media, gli organi di informazione non dovrebbero essere imparziali? E non eterodiretti per difendere altrui interessi? Eppure l’informazione dovrebbe ormai aver capito che il trucchetto, ripetuto innumerevoli volte già prima del 4 marzo, non solo non funziona più, ma è addirittura controproducente, azzerando qualunque piccolo rimasuglio di credibilità potesse essere rimasto attaccato al loro lavoro. Non sarebbe ora di metterci mano?
Splendido..