Lo stacanovista dei talk show con il dono dell’ubiquità

Se i programmi televisivi che si occupano di politica, i talk show, ecc. sono gli esempi più alti che oggi abbiamo della cosiddetta informazione in Italia, allora siamo messi male… Ad esempio, ogni volta che appare in video Andrea Romano, ospite fisso delle varie trasmissioni televisive – professore associato di Storia Contemporanea in aspettativa presso l’Università di Roma Tor Vergata, eletto deputato con Scelta Civica, per poi passare al PD, dopo essere stato comunista, dalemiano, montezemoliano -, ecco che la mia mente subito lo trasfigura in Stanlio, lo stupido al quale non accade mai niente all’opposto del compagno Ollio, il furbo che in realtà è il più stupido di tutti. Abbigliato elegantemente con la rasatura della barba sempre perfetta, come il comico di origini britanniche, Andrea Romano è conscio di avere la dea bendata dalla sua parte, anzi è la personificazione della Fortuna, e grazie a questa sua dote, si crede portatore della suprema verità. Una verità inconfutabile tanto che non manca mai di redarguire e “dare lezioni” al povero interlocutore sfigato che deve utilizzare tutta la sua pazienza per sostenere un qualsivoglia pensiero. Si può capirlo, per carità. Si è sfiancato in una campagna referendaria che l’ha visto, tanto per cambiare, capofila di quella parte di lacchè e sciuscià della causa renziana, quella corte dei miracoli e miracolati, facce da bar di Guerre Stellari che, appena apparivano in tv, il Sì perdeva minimo 100 mila voti. (Ma non si sono accorti che, “diffondendo” urbi et orbi il verbo renziano, replicando ossessivamente loro stessi ogni giorno a turno a ogni ora a reti unificate hanno finito con lo stare sulle palle anche ai pochi che ancora li sopportavano?) Questo evidente stacanovismo mi genera il dubbio che Romano possieda il dono dell’ubiquità per essere così presenzialista in tv. L’altra mattina, durante un talk show su La7, lui, il migliore divulgatore dell’ideologia del Partito Democratico, espressione più fulgida della profonda fede del verbo renziano, considerava i suoi interlocutori di opposta fazione come sfigati che non hanno la capacità di comprendere cosa sia giusto e cosa sia utile per l’Italia. Il professore associato in aspettativa con il suo sorriso smagliante intriso di sarcasmo e ironia, redarguiva ogni espressione proferita dagli ospiti del programma che fosse contraria ai dogmi democratici-renziani. Non si tagliano i vitalizi dei politici? Non è vero li abbiamo tagliati dell’1%! E poi è colpa del popolo italiano e dei partiti di opposizione che hanno votato No al referendum del 4 dicembre. Il lavoro è sempre un miraggio? È necessario che la fantasmagorica riforma del Jobs act entri a regime (!?!), perché 2 anni sono pochi per comprenderne l’efficacia (!?!). Dopo aver ascoltato per alcuni minuti i consueti e ripetitivi assiomi proferiti da Romano con l’immancabile sorriso che metteva in mostra il bianchissimo smalto dentale, non ero in grado di comprendere se stessi seguendo il talk-show di La7, se stessi vedendo le comiche di Stanlio e Ollio, oppure se ero ancora nelle braccia di Morfeo e stessi sognando… Qualcuno dovrebbe spiegare ai vari Romano che è ora di finirla di scherzare col fuoco. L’ho scritto e lo ripeto: il governo Gentiloni è una provocazione a cielo aperto, un ceffone in pieno volto agli italiani. Con l’arietta che tira, basta un niente per far detonare la miscela esplosiva.

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