Puntuali come le luminarie natalizie, arrivano anche quest’anno gli auguri del Sindaco di Guardia Sanframondi: parole solenni, richiami alla solidarietà, alla speranza, alla comunità unita. Un copione ormai noto, che si ripete esclusivamente in occasione delle feste comandate. Peccato che, in cinque anni di amministrazione, questa presunta attenzione alla comunità si sia manifestata quasi esclusivamente tra un augurio e l’altro. Durante il resto dell’anno, alle critiche legittime dei cittadini non è mai seguita una risposta concreta. Assenza soprattutto nei momenti in cui servirebbe davvero: quando i cittadini chiedono spiegazioni su scelte che riguardano la vita quotidiana del paese, su questioni segnalate ripetutamente, rimaste senza riscontro.

La retorica delle feste è facile, rassicurante, a costo zero; non costa nulla e non impegna nessuno. Più difficile è il confronto quotidiano: l’ascolto delle voci critiche, la trasparenza sulle scelte amministrative, l’assunzione di responsabilità di fronte ai problemi reali del paese. Su questi aspetti, purtroppo, il silenzio dell’amministrazione in questi anni è stato costante. Parlare di comunità accogliente risulta difficile quando manca l’ascolto del cittadino. Invocare unità e speranza suona vuoto se si evita accuratamente il confronto. La speranza non si scrive nei discorsi: si pratica. Non si proclama: si costruisce ogni giorno, con atti concreti e con il coraggio di affrontare anche le critiche. E finché resterà confinata agli auguri di Natale, resterà una parola vuota. Parlare di comunità unita e attenta ai bisogni di tutti non può ridursi a frasi di circostanza buone per i manifesti natalizi. I cittadini non chiedono auguri confezionati con parole altisonanti, ma risposte, chiarezza, presenza.

La nostra non è una critica fine a sé stessa. Non si tratta neanche di una polemica personale, destinata a essere ridotta a voce di paese o piegata a usi impropri. In un tempo che scambia il rumore per partecipazione e l’esposizione continua per trasparenza, il silenzio può essere l’unico gesto sensato. Questo silenzio, tuttavia, durante la gestione Di Lonardo sembra aver prodotto un effetto particolare: ha evidenziato l’esistenza, anche a Guardia Sanframondi, di una comunità che resta vigile, che riconosce i problemi e che reagisce. È bastato un quinquennio deludente per fare emergere discussioni: nelle conversazioni quotidiane, soprattutto sui social, nei commenti ripetuti. Segno che, anche in una comunità piccola e concreta come la nostra, l’assenza di risposte può risultare più difficile da accettare di qualunque parola. Forse perché non offre appigli, non consente di attribuire intenzioni, non permette di riscrivere a posteriori ciò che non è stato detto.

Nell’anno che verrà, noi di certo non resteremo in silenzio, ma non ci faremo trascinare nel consueto teatrino locale, fatto di allusioni, semplificazioni, schieramenti improvvisati e indignazioni a geometria variabile. Non aderiamo. Non commentiamo oltre: confermiamo ciò che abbiamo scritto in questi anni. La nostra priorità era e resta una sola: continuare a documentare i fatti e a offrire una lettura critica dell’amministrazione, rispondendo a un’unica esigenza: il bene della comunità. Senza alcun retropensiero, nessun interesse da difendere, nessuna strategia nascosta. Con l’intenzione di essere onesti e rigorosi. Consapevoli di poter sbagliare, ma non di agire in malafede.

A chi ci legge va un ringraziamento sincero per l’attenzione, la fiducia e la vigilanza critica. Non promettiamo infallibilità — sarebbe ridicolo — ma la volontà di non arretrare. Semmai, di migliorare.

Buon anno.