Guardia è racconto, immagini provenienti dal passato e la loro contraddizione, è maledizione e benedizione, corona di spine e distesa di piante profumate, processione e funerale. È la casa e la paura di perderla, è il paese che ami e che odi, da cui vorresti fuggire e da cui non capisci perché sei fuggito.
In nessun luogo come a Guardia la gente si alza e si domanda: che ci faccio qui? Perché non sono partito anch’io per sempre?
Se sei nato a Guardia, se vieni a Guardia, sarai per sempre figlio e genitore insieme, amerai e odierai le persone che ti appartengono, assomiglierai a qualcuno dei tuoi, e col tempo prenderai i volti e il carattere di tuo padre. Se vivi altrove, potrai vederlo solo nello specchio, e sentirai nostalgia, perché soltanto là, a Guardia dove sei nato, potranno dirti a chi appartieni, da dove vieni, se somigli più al padre o alla madre, o se non si riesce a capire da chi tu abbia ereditato i tratti della tua vita.
Noi, persone di Guardia, noi guardiesi, siamo ora chiusi, cupi e diffidenti, ora aperti, accoglienti e ospitali. Siamo i nostri morti che non muoiono mai, siamo i sogni che facciamo, siamo le fughe che immaginiamo, siamo quelli che sanno aspettare e quelli che, impazienti, si ribellano.
Siamo quelli che rimandiamo sempre a domani, noi che facciamo subito e in fretta le cose più faticose. Noi che (quasi sempre) rispettiamo gli impegni e la parola data e poi ci accorgiamo che gli altri perdoneranno le nostre inadempienze. Noi siamo quelli che portano rancore e quelli che, con più facilità, sono capaci di perdonare. Noi che gridiamo al mondo quanto amiamo Guardia. Noi, quelli che dicono di non importargliene niente di Guardia e invece conoscono a memoria ogni vicolo, ogni finestra, ogni pietra che manca da un muro. Noi che parliamo male di Guardia a chi viene da fuori e ci offendiamo se qualcun altro osa criticarla. Noi che diciamo “qui non c’è niente” e ci arrabbiamo quando i nostri figli decidono di andarsene davvero. Noi, persone, uomini e donne di Guardia a cui non interessa cosa decidono gli altri, che diciamo “tanto non cambia mai niente”, e poi ci lamentiamo che nessuno fa niente per Guardia. Noi che vogliamo che tutto resti com’era e ci scandalizziamo quando qualcosa cambia. Noi che pretendiamo che tutto cambi e ci sentiamo traditi quando qualcuno prova a cambiare davvero qualcosa. Noi che abbiamo ereditato le case dei nostri padri e le lasciamo crollare, ma non le vendiamo mai perché “quella è casa nostra”. Noi che custodiamo gelosamente ogni foto, ogni lettera, ogni oggetto del passato, e noi che buttiamo via tutto per dimenticare.
Noi di Guardia, della nostra Guardia, della vostra Guardia, camminiamo nella notte per accompagnare a casa sua il nostro amico e poi torniamo a casa in compagnia dell’amico. Noi, con i nostri saluti che durano un’eternità perché non vorremmo lasciarci mai, e noi che ci lasciamo per sempre senza riuscire a dire arrivederci. Siamo il sangue, le vene, i solchi, le viti, le acque, le pietre, le piante, gli animali, le ombre, la luminosità, il vuoto, il pieno, il fuoco, il vento, le nuvole di Guardia. Noi siamo come tutti quelli che hanno ancora un legame con la terra.
Io non so davvero cosa sia Guardia e al contempo io di Guardia so tutto, perché Guardia sono io, siamo noi, siete voi. Diversi come siamo, siamo tutti Guardia. Amiamo Guardia, ma non sappiamo spiegare perché. A volte a Guardia ci sentiamo prigionieri, ma non capiamo se ci siamo intrappolati da soli o se lo hanno fatto gli altri, la vita.
Noi di Guardia, della nostra Guardia, della vostra Guardia, siamo i primi e gli ultimi, gli incompresi e i più cercati. Guardia è un luogo e un non-luogo, Guardia non si svela mai del tutto, ed è per questo che ognuno ha la sua Guardia. È per questo che le Guardie non finiscono mai.
Ma è questa Guardia – reale e inventata, percepita e immaginata, densa e mobile – che oggi rischia di scomparire insieme al mondo di ieri, mentre noi restiamo ignari dei contorni che assumerà il futuro che sta nascendo. Non finisce Guardia, anche per te che vieni da lontano, certo, ma può finire un mondo.