C’è una domanda che, da qualche settimana, serpeggia per le strade di Guardia. La si ascolta ai tavolini dei bar nei pressi del Municipio, nei corridoi degli uffici, tra una cena e l’altra, e persino nelle conversazioni distratte mentre si fa la spesa: “Ma Di Lonardo alle prossime elezioni di primavera si ripresenterà?”. Non è solo curiosità politica. È il segno di una comunità che avverte l’avvicinarsi di un passaggio delicato: il momento in cui si fanno i bilanci, si giudicano le traiettorie, si immaginano nuovi scenari. Guardia Sanframondi, come ogni paese che si rispetti, vive di equilibri sottili: entusiasmi e delusioni, aspettative e scetticismi. E in questo miscuglio di sentimenti collettivi, il tema della continuità amministrativa diventa inevitabilmente centrale.
Da un lato, c’è chi sostiene che la squadra di Di Lonardo abbia ancora un’agenda aperta: progetti da completare, visioni in corso, cantieri amministrativi che richiederebbero un secondo mandato per maturare appieno. Dall’altro, c’è chi vorrebbe un cambio di passo, convinto che la vitalità democratica passi anche attraverso l’alternanza e la possibilità di nuove energie. Il punto è che, mentre il paese discute, l’amministrazione mantiene un riserbo quasi chirurgico. Nessuna conferma ufficiale, nessuna smentita chiara. Solo prudenza. È una strategia? È semplice attesa dei tempi formali? O una fase di riflessione interna? È difficile dirlo, ed è comprensibile che la cittadinanza riempia il vuoto con supposizioni, analisi e qualche immancabile pettegolezzo da bar.
Ma ciò che davvero conta — più della corsa alle indiscrezioni — è un’altra domanda, più sostanziale: qual è la visione che Guardia Sanframondi vuole per i prossimi anni? Con o senza Di Lonardo, con continuità o con discontinuità, il confronto pubblico dovrebbe concentrarsi sulle priorità reali: sviluppo locale, rigenerazione urbana, turismo, servizi, giovani, lavoro. Altrimenti il dibattito rischia di scadere nella tattica e di perdere di vista la strategia, che è ciò che più dovrebbe interessare a una comunità. In fondo, le elezioni non sono un rito meccanico: sono il momento in cui un paese sceglie il proprio futuro. E Guardia Sanframondi, che negli ultimi anni ha dimostrato di sapersi raccontare e reinventare, merita una discussione alta, consapevole, lucida.
La domanda, dunque, continuerà a rimbalzare ancora per un po’: Di Lonardo si ripresenterà? Ma forse la vera sfida, per i cittadini, è farne emergere un’altra: in quale Guardia vogliamo vivere nei prossimi cinque anni?