È un mistero affascinante, quasi poetico: ogni volta che si avvicinano le elezioni, si risvegliano all’improvviso interessi sopiti da decenni. Argomenti che parevano spariti nel nulla – o semplicemente dimenticati tra un post e una foto su Facebook – tornano a nuova vita. Come in un vecchio film, il paese si riaccende: proposte, idee, richiami al “futuro” e persino un pizzico di indignazione civica. Meraviglioso.

E così, a Guardia Sanframondi, è arrivata la sacra ora di numeri civici e fibra ottica. Ci pensa il gruppo giovane “Rinnovamento Guardiese”, che elenca due problemi tanto elementari quanto storici: le targhette civiche che mancano, non si leggono o non sono mai esistite, la fibra che arriva ovunque… tranne dove serve davvero. Sacrosanto. Difficile dare torto. Ma viene da chiedersi: e prima dov’erano tutti questi problemi? Ah, già… erano lì, dove sono sempre stati: sotto gli occhi di tutti, ma invisibili fino a quando non servono a riempire un volantino elettorale.

Attenzione, però: il nostro non è un attacco ai giovani del “Rinnovamento”. Anzi. Che dei ragazzi si interessino di politica locale è già, di per sé, una notizia. Meglio loro con qualche buona idea, che l’indifferenza assoluta a cui ci siamo abituati. Il paese ha bisogno di entusiasmo nuovo, anche se ingenuo. Purché non sia solo il trailer del film che poi non verrà mai girato. Il punto, piuttosto, è un altro. È la sensazione di vivere un eterno déjà-vu.

Numeri civici e connettività digitale oggi, ma ieri erano i marciapiedi, le buche, l’illuminazione, il centro storico, il verde pubblico, il randagismo, l’ufficio postale, il medico di base, i giovani che se ne vanno, gli anziani abbandonati, le scuole da sistemare… Un catalogo di buone intenzioni che riappare ciclicamente come le promesse al 31 dicembre. Solo che qui non si parla di perdere peso, di essere più buoni, ma di decenni di ritardo amministrativo.

E nel frattempo, chi amministra da 10, 15, 20 anni? Silenzio. Tutto tace, come sempre. Al massimo qualche post indignato del solito tifoso contro chi “fa solo polemica” o “non conosce la complessità delle cose”. Il classico repertorio. Perché alla fine, la vera forza dei vecchi amministratori è questa: fare orecchie da mercante mentre il paese perde pezzi. Tanto poi, quando si avvicinano le elezioni, si tira fuori un evento culturale, si inaugura qualcosa di vecchio come fosse nuovo, si cambia nome a un campo sportivo… e via, il ciclo riparte.

Ecco, forse è proprio questo il problema: la stanchezza.

Non solo quella dei cittadini, ma quella del sistema. Una routine sterile, dove tutto si ripete uguale, e dove persino le buone idee – come quelle di Rinnovamento Guardiese – rischiano di annegare nella palude dell’“abbiamo già sentito tutto”. Ma guai a perdere la speranza. Magari davvero, stavolta, qualcuno si occuperà una volta per tutte dei numeri civici. Magari la fibra arriverà davvero anche dove oggi si naviga solo con lo smartphone. Magari qualcuno amministrerà con concretezza, senza aspettare l’anno delle elezioni per ricordarsi dei problemi.

Magari.

Nel frattempo, ci vediamo al prossimo comunicato.