C’è qualcosa di profondamente greco nella parabola politica che si sta consumando sotto i nostri occhi a Guardia. Non parliamo solo di cronaca amministrativa, ma di una dinamica che affonda le radici nell’essenza stessa del potere e delle sue degenerazioni, quella che gli antichi chiamavano hybris e che oggi si manifesta con la stessa, inesorabile precisione di sempre.

L’amministrazione Lonardo, giunta ormai alla sua fase calante, offre uno spaccato illuminante di come il potere, quando perde il contatto con la realtà che dovrebbe governare, inizi quel processo di autodistruzione che la mitologia greca ci ha insegnato a riconoscere. Non è un caso che cinque anni di silenzio, di immobilismo – cinque anni in cui i cittadini hanno chiesto risposte senza ottenerle – rappresentino molto di più di una semplice inefficienza amministrativa.

È la manifestazione di quella tracotanza che a Guardia porta chi amministra a sentirsi al di sopra del proprio mandato, immune dalle conseguenze delle proprie azioni o, più precisamente, delle proprie inazioni. Come Icaro che, ebbro della propria capacità di volare, dimenticò i consigli paterni e si spinse troppo vicino al sole, così un’amministrazione che ignora sistematicamente le istanze della comunità che dovrebbe servire finisce per perdere di vista i limiti intrinseci del proprio ruolo.

La questione del Liceo è diventata, in questo senso, simbolica. Non si tratta più solo di un problema burocratico, ma della cartina di tornasole di un approccio al potere che ha smarrito il senso della propria funzione. Quando un amministratore smette di rispondere ai cittadini, quando tutto si risolve nell’immobilismo, quando l’ascolto viene sostituito dall’autoreferenzialità, siamo di fronte a quella stessa hybris che spinse Aracne a sfidare Atena, Prometeo a rubare il fuoco agli dei, Sisifo a ingannare la morte stessa.

La fase calante dell’amministrazione Di Lonardo non è dunque un semplice declino politico, ma il naturale epilogo di un percorso che ha progressivamente sostituito il servizio con il potere, l’ascolto con l’indifferenza, la responsabilità con l’arroganza. E come insegnano i miti greci, la punizione della hybris non arriva per vendetta divina, ma come conseguenza naturale dello squilibrio creato.

Non è casuale che questa crisi si manifesti proprio ora, quando l’orizzonte elettorale si avvicina e i nodi irrisolti vengono al pettine. I cittadini di Guardia, dopo anni di attesa e di promesse disattese, iniziano a vedere con chiarezza quello che era evidente già da tempo: un’amministrazione che ha perso la bussola, che ha scambiato il risicato consenso elettorale per una cambiale in bianco, che ha interpretato il mandato popolare come una licenza di non rispondere più a nessuno.

La parabola di Icaro ci insegna che il volo più alto precede sempre la caduta più rovinosa. E oggi, osservando la fase calante di questa amministrazione, non possiamo che riconoscere i segni di quella stessa tragica sequenza: l’ascesa, l’ebrezza del potere, la perdita del senso della misura, l’inevitabile declino.

Ma c’è una differenza sostanziale tra la mitologia e la realtà democratica guardiese: mentre Icaro cadde nelle acque del mare, senza possibilità di redenzione, un’amministrazione in declino può ancora trovare la via del riscatto attraverso l’umiltà del riconoscimento degli errori e la volontà di rimediare. La questione è se ci sia ancora tempo, e soprattutto, se ci sia ancora la voglia di farlo. Ma il silenzio che continua ad avvolgere questa amministrazione, tuttavia, sembra suggerire che la hybris abbia ormai preso il sopravvento. E in questo caso, come ci insegnano gli antichi, non resta che aspettare che la storia faccia il suo corso, con quella giustizia immanente che non perdona chi dimentica di essere al servizio della propria comunità.

Perché, al di là di quel che dirà nel consiglio comunale odierno, la fase calante dell’amministrazione Di Lonardo non è solo la fine di un ciclo politico: è la dimostrazione che certe leggi universali del potere e della sua degenerazione resistono al tempo e continuano a manifestarsi, con la stessa precisione di sempre, anche nelle piccole realtà di provincia come Guardia. Dove, forse, sono ancora più evidenti e dolorose.