Otto anni fa, con grande enfasi e roboanti dichiarazioni, l’Amministrazione Comunale di allora – guarda caso composta proprio da alcuni degli attuali indignati firmatari del gruppo “Guardia sei tu” – approvava una delibera sulle opere di compensazione legate all’Alta Velocità Napoli–Bari. Oggi, dopo un sonno profondo durato quasi un decennio, si svegliano all’improvviso e scoprono che… nulla è stato fatto.
Peccato che quel nulla porti anche la loro firma. Sì, perché chi oggi si erge a censore ha avuto non solo il tempo, ma anche il potere e la responsabilità diretta di agire. Invece, si è preferito puntare su una gestione politica fatta di spettacolarizzazione, di fuochi artificiali, eventi a ripetizione e inaugurazioni in serie. Panem et circenses, con l’aggravante che il “pane” lo portavano gli altri, mentre il “circo” era autoprodotto, autopromosso e spesso anche autoreferenziale.
È chiaro anche al bancone del bar che il comunicato, arrivato con perfetto tempismo pre-elettorale, ha un solo obiettivo: rispolverare una visibilità appannata, spostando l’attenzione dai fatti alla polemica sterile. Si parla di milioni a rischio, di opere fondamentali, di diritti del territorio. Tutto vero. Ma viene spontaneo chiedersi: dov’erano queste coscienze vigili quando c’era il tempo e il dovere di agire?
Ora si grida allo scandalo, si parla di “immobilismo” (noi lo scriviamo da anni), di incapacità ad amministrare la cosa pubblica, si lanciano interrogazioni e si chiedono risposte ufficiali. Ma nessuno tra i consiglieri del gruppo “Guardia sei tu” sembra ricordare che tra il 2017 e il 2020 erano proprio loro a governare e in seguito a sedere sui banchi dell’opposizione, con piena possibilità quindi di controllare che quelle belle intenzioni si trasformassero in atti concreti. E invece? Il nulla. Ma di quello, silenzioso, strategico, imbarazzante. La cosa più curiosa – e qui l’ironia si scrive da sola – è che proprio chi per un decennio ha brillato per assenza di visione e presenza scenica, oggi accusa chi nel quinquennio successivo ha brillato per assenza di visione e presenza scenica e… di mancanza di progettualità. È un po’ come se il piromane pretendesse di dirigere i vigili del fuoco.
E sia chiaro: nessuno vuole negare che negli ultimi anni Guardia è stata ed è tuttora immobile, che si potesse fare di più. Ma è quantomeno singolare che chi ha contribuito a costruire il vuoto oggi lo denunci con tanto fervore.
La verità è semplice, ed è bene che i cittadini guardiesi la ricordino: il deserto progettuale non nasce oggi. È frutto di un quarto di secolo di vuote promesse, di grandi scenografie e scarsa sostanza. Di scelte politiche concentrate sull’apparenza, mai sulla struttura. Di un’idea di amministrazione più adatta al palcoscenico che al cantiere. E ora che il sipario è vicino a riaprirsi per una nuova campagna elettorale, ecco che si torna a recitare. Ma il pubblico, stavolta, ha buona memoria. E non ha più voglia di applausi a comando.