Leggendo le dichiarazioni del gruppo consiliare “Guardia sei tu” sulla mancata realizzazione delle opere di compensazione per l’Alta Velocità, non possiamo che registrare con amara soddisfazione la conferma di quanto da tempo denunciamo su queste pagine.
Da tempo, attraverso un’attenta analisi degli atti ufficiali sul sito istituzionale comunale, avevamo già messo in luce una realtà sconcertante: da una parte abbiamo risorse economiche consistenti – €3.609.223,42 – che senza progetti resteranno inutilizzate, dall’altra un territorio che attende da quasi un decennio interventi fondamentali per la propria sicurezza e il proprio sviluppo.
È emblematico che mentre altri comuni limitrofi sono riusciti a ottenere risorse anche doppie rispetto alle nostre, Guardia continui a navigare nell’immobilismo più totale. Non si tratta solo di inefficienza amministrativa, ma di un vero e proprio spreco di opportunità storiche. L’elenco delle opere non realizzate evidenziato dall’opposizione è un manifesto dell’incapacità gestionale: sistemazione di torrenti, sistemazione delle strade interpoderali, persino un Parco fluviale di 200 ettari e una pista ciclabile sulla ex-linea ferroviaria.
Ma l’aspetto più significativo è che questa “scoperta” dell’opposizione arrivi proprio mentre si avvicinano le elezioni amministrative. Improvvisamente ci si accorge di quello che chi come noi denunciava da tempo: l’amministrazione uscente ha fallito clamorosamente nella gestione dell’ennesimo dossier importante per il futuro del paese.
Ma c’è un aspetto ancora più paradossale in questa vicenda: l’opposizione che oggi denuncia l’immobilismo è composta dagli stessi nomi che da decenni si alternano alla guida della comunità. I consiglieri Sebastianelli, Ceniccola, Sanzari e Di Lonardo non sono volti nuovi della politica locale, ma protagonisti consolidati di quel sistema di alternanza che ha caratterizzato Guardia negli ultimi vent’anni.
Viene spontaneo chiedersi: dove erano questi “guardiani” del territorio quando si poteva ancora agire? Perché questa consapevolezza critica emerge proprio ora, a ridosso del voto? La credibilità di chi denuncia oggi passa inevitabilmente attraverso la valutazione di cosa ha fatto ieri quando era al governo del paese. Non si tratta di strumentalizzazione politica, ma di prendere atto di una realtà scomoda: in otto anni – tra maggioranza e opposizione – non è stato mosso un dito per trasformare le promesse in realtà, e chi oggi protesta fa parte di quello stesso sistema politico locale che ha prodotto questo fallimento.
I cittadini di Guardia meritano di sapere perché, dopo otto anni – sapendo già che le risorse economiche sarebbero presto diventate disponibili – oggi si ritrovano con zero progetti realizzati e zero prospettive concrete. Meritano di sapere perché altri comuni sono riusciti nell’impresa mentre il nostro è rimasto fermo al palo.
L’interrogazione consiliare annunciata dall’opposizione arriva tardivamente, ma è comunque necessaria. È giusto pretendere risposte chiare e ufficiali da un’amministrazione che ha avuto tutto il tempo del mondo per agire e ha scelto l’inazione.
Ma l’intera questione delle opere compensative dell’Alta Velocità rappresenta una cartina di tornasole non solo della capacità amministrativa di chi governa il paese, ma dell’intero sistema politico locale. Decenni di nulla cosmico non possono essere giustificati da nessuna difficoltà burocratica o tecnica, soprattutto quando a denunciare oggi sono gli stessi attori politici che hanno contribuito a creare questa situazione di stallo.
È il solito gioco delle parti di una classe dirigente che si ricicla continuamente: oggi opposizione, ieri maggioranza, domani chissà. Ma il territorio rimane sempre ostaggio degli stessi nomi, delle stesse logiche, degli stessi fallimenti che si ripetono con impressionante regolarità.
I cittadini di Guardia si trovano così di fronte a un paradosso: da una parte un’amministrazione che non è riuscita a realizzare nemmeno un progetto in tutti questi anni, dall’altra un’opposizione che fa parte di quello stesso sistema di potere che non ha minimamente contrastato questo disastro e che ora, in vista delle elezioni, riscopre improvvisamente l’indignazione per una situazione che contribuisce da anni a perpetuare.
È tempo che i cittadini traggano le dovute conseguenze da questa gestione fallimentare e, soprattutto, che rompano finalmente il circolo vizioso di un sistema politico locale autoreferenziale. Il territorio non può permettersi ulteriori anni di immobilismo, di fondi sprecati, di occasioni mancate sotto la gestione dei soliti nomi che si alternano al potere senza mai assumersi davvero la responsabilità dei propri fallimenti.
La Valle del Vino, i nostri vigneti, la sicurezza idraulica del territorio, lo sviluppo turistico: tutto questo non può continuare a essere ostaggio dell’incapacità di una classe dirigente che da decenni promette e non mantiene, critica e non costruisce, si indigna a comando elettorale e poi dimentica appena conquistata la poltrona.
Due decenni e passa sono più che sufficienti per giudicare. I fatti parlano chiaro: come si vede i soldi ci sono, i progetti per Guardia zero. Il resto sono solo parole al vento di chi oggi fa opposizione ma ieri era complice di questo sistema.