In occasione del genetliaco del Sindaco Raffaele Di Lonardo, riteniamo doveroso offrire una disamina obiettiva del quinquennio amministrativo che volge al termine, caratterizzato da quella che gli osservatori politici hanno definito con sottile eleganza “l’amministrazione delle intenzioni”.

L’analisi dei documenti ufficiali e delle dichiarazioni programmatiche rilasciate in questi cinque anni rivela un approccio metodologico di particolare interesse sociologico. Il sindaco Di Lonardo ha infatti sviluppato un innovativo modello di governance basato sul principio della “progettualità prospettica”, dove l’azione amministrativa si articola prevalentemente attraverso l’utilizzo sistematico di forme verbali che esprimono intenzionalità futura. Si registra, infatti, una significativa prevalenza statistica dei verbi “si procederà”, “si intende realizzare”, “è in programma” e “si prevede di”, rispetto alle più prosaiche forme del passato prossimo “è stato completato” o “si è realizzato”. Una scelta linguistica che denota una visione amministrativa proiettata verso l’avvenire, forse in ossequio a quella moderna teoria della pubblica amministrazione che privilegia la pianificazione strategica rispetto all’esecuzione tattica.

Dal punto di vista delle opere pubbliche, si deve riconoscere all’amministrazione uscente il merito di aver saputo concentrare gli interventi di riqualificazione urbana in concomitanza con eventi di particolare rilevanza culturale. Il tempismo dimostrato, ad esempio, nell’approvazione dei progetti di decoro urbano per i Riti Settennali del 2024 testimonia una capacità di programmazione che sfida le convenzioni temporali tradizionali, dimostrando come sia possibile coniugare efficienza amministrativa e suspense progettuale.

Particolare menzione merita il comportamento dell’opposizione consiliare, che ha saputo interpretare con raffinata intelligenza politica il proprio ruolo istituzionale. Anziché cadere nella sterile polemica quotidiana, i gruppi di minoranza hanno adottato una strategia di “opposizione responsabile”, caratterizzata da un approccio costruttivo che privilegia il confronto riservato rispetto alla critica pubblica. Questa scelta, che potrebbe apparire a osservatori superficiali – come chi scrive – come un atteggiamento remissivo, rivela invece una maturità politica encomiabile: l’opposizione locale ha compreso che la vera alternanza democratica non si costruisce attraverso la conflittualità fine a se stessa, ma attraverso la preparazione silenziosa a eventuali future responsabilità di governo. Un modello di democrazia consensuale che farebbe invidia alle più evolute democrazie nordeuropee.

E come non parlare di una eventuale ricandidatura del Di Lonardo. La questione della sua ricandidatura rimane, comprensibilmente, avvolta dal riserbo che compete alle decisioni di tale delicatezza istituzionale. Tuttavia, indipendentemente dalle scelte personali, è legittimo nutrire fiducia nella capacità della classe dirigente locale di garantire quella continuità programmatica che costituisce l’essenza stessa della buona amministrazione. L’eventuale passaggio di consegne tra l’attuale maggioranza e esponenti dell’opposizione, infatti, non dovrebbe comportare traumi o discontinuità eccessive, considerate le convergenze sostanziali sui temi fondamentali che caratterizzano il dibattito politico locale. È ragionevole ipotizzare che chi dovesse eventualmente raccogliere il testimone saprebbe valorizzare l’eredità progettuale ricevuta, trasformando in realizzazioni concrete quella visione strategica che ha caratterizzato il quinquennio in corso.

Ma il bilancio di questi cinque anni amministrativi non può prescindere dal riconoscimento di un altro dato oggettivo: la capacità dell’Amministrazione Di Lonardo di mantenere viva l’aspettativa cittadina, alimentando costantemente quella speranza nel cambiamento che costituisce il sale della democrazia. Come ebbe a dire un illustre pensatore, “la speranza è l’ultima a morire”. E in questo senso, Di Lonardo ha saputo essere custode fedele di questa virtù civica, mantenendo viva nei cittadini la fiducia in un domani migliore. In un’epoca in cui molte amministrazioni locali si limitano alla gestione ordinaria, va riconosciuto a Di Lonardo il merito di aver saputo mantenere alta l’attenzione sui grandi temi del futuro cittadino. E il fatto che molti di questi progetti rimangano ancora in fase di definizione non deve essere interpretato come un limite, ma come la dimostrazione di una visione amministrativa che rifiuta le soluzioni affrettate in favore di una progettualità meditata e sostenibile.

In chiusura, non rimane che formulare al Sindaco Di Lonardo i più sentiti auguri per il suo compleanno, nella certezza che l’esperienza maturata in questi anni di servizio alla comunità guardiese continuerà a essere un patrimonio prezioso in altre realtà e non per Guardia Sanframondi, indipendentemente dalle future scelte politiche e amministrative.

Buon compleanno, sindaco. E buona riflessione a tutti gli attori di questo teatrino locale.