L’annuncio del “Registro delle Case Abbandonate” per via Filippo Maria Guidi rappresenta certamente un passo nella giusta direzione, ammesso che non si tratti dell’ennesimo annuncio di fine legislatura destinato a rimanere nelle buone intenzioni. Il tempismo di questa “rivoluzionaria” iniziativa è davvero encomiabile: arriva puntualissima agli sgoccioli di una legislatura che, per cinque lunghi anni, ha dimostrato una costanza ammirevole nell’ignorare le problematiche del centro storico di Guardia Sanframondi.
Cinque anni di strategie innovative (ovvero: il non fare nulla come arte). Durante questo quinquennio amministrativo, l’amministrazione ha applicato con magistrale coerenza la strategia del “wait and see” (aspettare e vedere), lasciando che il degrado degli immobili abbandonati maturasse come un buon vino. Via Filippo Maria Guidi e le altre strade del centro storico hanno potuto così godere di una tranquillità assoluta, senza essere disturbate da fastidiose opere di recupero o da iniziative di rilancio. Un approccio davvero visionario: perché intervenire subito quando si può aspettare che il problema si risolva da solo?
Tuttavia è doveroso riconoscere il tempismo perfetto dell’amministrazione: questa iniziativa arriva infatti solo dopo anni di “timide” sollecitazioni da parte della società civile locale. Chissà perché ci è voluto così tanto per accorgersi che da anni associazioni e cittadini continuavano a segnalare – con fastidiosa insistenza – la necessità di un censimento degli immobili abbandonati. Evidentemente le loro preoccupazioni per il progressivo spopolamento e degrado edilizio erano premature: l’importante era aspettare il momento giusto, ovvero quando mancano pochi mesi alla fine del mandato.
Pur apprezzando questa tardiva illuminazione sulla via di Damasco (o meglio, di via Filippo Maria Guidi), non si può non rimanere colpiti dalla munificenza dello stanziamento: ben 2.000 euro! Una cifra che dimostra quanto sia stata presa sul serio la questione del centro storico in tutti questi anni. E che dire dell’ingegnosa soluzione di attingere alle “risorse residue” di altri progetti? Un capolavoro di creatività finanziaria che testimonia come il recupero del centro storico sia sempre stato in cima alle priorità amministrative. Praticamente i soldi che avanzano dal cassetto, giusto per non buttarli.
Questa improvvisa presa di coscienza solleva una domanda spontanea: se la necessità di un registro degli immobili abbandonati era così lampante da essere segnalata per anni dai cittadini, cosa stavano aspettando? L’oroscopo del giorno giusto? L’allineamento dei pianeti? O forse semplicemente l’avvicinarsi delle prossime elezioni?
E soprattutto, visto che siamo maestri nell’arte degli annunci dell’ultimo minuto, quale garanzia abbiamo che questo “primo passo concreto” non si trasformi nell’ennesimo passo falso? Perché diciamocelo: tra l’approvare un “atto di indirizzo” e vedere i risultati concreti, spesso c’è un abisso grande quanto il vuoto lasciato in questi cinque anni.
Il recupero del centro storico richiede visione a lungo termine, risorse adeguate e continuità amministrativa. Tutte cose che, evidentemente, si possono scoprire anche a pochi mesi dalla fine del mandato. Meglio tardi che mai, si dice… anche se “mai” inizia a sembrare un’opzione sempre più realistica per restituire vita e dignità al cuore antico di Guardia Sanframondi.