(Elogio della marginalità perfetta di Guardia Sanframondi)
Cari concittadini dell’invisibilità, è giunto il momento di celebrare il nostro straordinario talento: l’arte di passare completamente inosservati.
Mentre Telese sogna di diventare la nuova Ibiza e si affanna per conquistare like, visualizzazioni e prime pagine, noi abbiamo raggiunto l’apice dell’evoluzione sociale: siamo riusciti a diventare così irrilevanti da essere praticamente inesistenti.
E sapete una cosa? È fantastico.
Guardia Sanframondi, questo gioiello di anonimato incastonato tra le colline del Sannio, ha finalmente trovato la sua vocazione: essere il paese che nessuno si aspetta di sentire nominare.
Non abbiamo panorami veramente mozzafiato che attirino orde di turisti armati di selfie. Non abbiamo mari cristallini che finiscano sui calendari. Non abbiamo nemmeno un sindaco che rilasci dichiarazioni così eclatanti da finire sui giornali nazionali. E per questo, dobbiamo ringraziare il destino. Pensateci: mentre altri comuni si dibattono tra polemiche urbanistiche, scandali politici e invasioni turistiche, noi godiamo della suprema libertà dell’indifferenza generale. Nessun giornalista si sveglia la mattina pensando: “Oggi devo assolutamente sapere cosa succede a Guardia!”. Nessun tour operator ha mai detto: “Ragazzi, vi porto a vedere questo posto incredibile nel Sannio che vi cambierà la vita!”. E nessun politico nazionale ha mai promesso di risolvere i nostri problemi per conquistare voti. E meno male.
Il nostro sindaco, benedetto uomo, può dedicarsi serenamente alle sue sacre missioni: un po’ di asfalto qui, una panchina là, magari anche una rotatoria se l’anno è particolarmente fortunato. Non deve preoccuparsi di telecamere, interviste o hashtag virali. Può semplicemente amministrare nell’ombra, senza pressioni mediatiche o aspettative stratosferiche.
E i nostri pseudo-politici locali? Loro sono veri maestri del mimetismo ideologico-istituzionale: già camaleonti del consenso, campioni olimpici del “né carne né pesce”, sempre pronti a scomparire tra le pieghe della neutralità. E chi può biasimarli? In un posto dove nulla accade, anche il nulla diventa arte. Che genialità, la loro strategia elevata a forma d’arte. Non per principio, intendiamoci, ma per pura sopravvivenza evolutiva. Darwin sarebbe orgoglioso.
Abbiamo persino riscoperto il valore del silenzio: da noi le notizie non corrono — camminano. E solo se strettamente necessario. Quando arriva una novità, non facciamo conferenze stampa: ci limitiamo a guardarci negli occhi e a dire: “Eh, mo vedimm”
Certo, c’è sempre il rischio di qualche inconveniente. Un terremoto potrebbe improvvisamente catapultarci nei telegiornali; Salvini, dopo il Ponte sullo Stretto, potrebbe progettare un’autostrada che attraversi i nostri amati vigneti; oppure qualche visionario potrebbe decidere di sperimentare proprio qui il vino senza uva: perché, evidentemente, non siamo così importanti come ci racconta il mainstream. Tranquilli. Nessuno si lamenterà. Ma anche in questi casi, contiamo sulla nostra superba capacità di tornare nell’ombra appena i riflettori si spengono. Siamo abbastanza discreti da non dare fastidio e sufficientemente dimenticati da non generare invidie. Un equilibrio perfetto.
Quindi, cari guardiesi, quest’estate, la prossima volta che qualcuno sul bagnasciuga vi chiede dove abitate e voi dovete spiegare che siete “vicino a Benevento, no più in là, no non è Pietrelcina, è più piccolo, no non penso che la conosciate”, sorridete. Sorridete perché sapete che, mentre altri paesi lottano per emergere dal mucchio, noi abbiamo già raggiunto la perfezione: in soli cinque anni siamo riusciti a scomparire completamente mantenendo il diritto di esistere.
Viva l’anonimato! Viva l’oblio! E viva Guardia Sanframondi, il paese che non esiste abbastanza da esistere per sempre!
P.S.: Se dopo aver letto queste poche righe qualcuno dovesse improvvisamente interessarsi al nostro paese, ricordate che abbiamo sempre la possibilità di fingere di non essere in casa.