La seconda edizione di “Radici in cammino”, in programma domenica 22 giugno, rappresenta molto più di un semplice evento turistico. L’iniziativa della Pro Loco Guardia Sanframondi, realizzata con il patrocinio “morale” comunale e la collaborazione di dodici associazioni locali, rivela infatti un paradosso che merita un’analisi approfondita: come può un territorio così ricco di energie associative rimanere sostanzialmente immobile sul piano dello sviluppo?

I numeri parlano chiaro. Pro Loco, Misericordia, Nuovo Laboratorio Teatrale, I Coraggiosi, FC Guardia, Sannio Rangers, Lilliput, Rinnovamento Guardiese, Guardia Ambientale ODV, Guardia Viva, Circolo Viticoltori, ArciGuardia, ecc…: tutte realtà che spaziano dal volontariato al turismo, dalla cultura allo sport, dall’ambiente all’enogastronomia. Un capitale sociale di eccezionale densità per un centro di queste dimensioni, che testimonia vitalità, competenze e disponibilità al servizio della comunità.

Eppure, questa ricchezza associativa non riesce a tradursi in dinamismo territoriale. Il centro storico permane in uno stato di sottoutilizzo, il tessuto commerciale non decolla, l’imprenditoria privata rimane episodica e stagionale, il fenomeno migratorio giovanile continua inesorabile. Guardia Sanframondi, pur insignita del riconoscimento “Città del Vino”, non riesce a capitalizzare le proprie eccellenze in termini di attrattività e competitività territoriale.

L’analisi del fenomeno evidenzia criticità sistemiche che vanno oltre la buona volontà dei singoli operatori. A cominciare da una frammentazione strategica: l’assenza di una cabina di regia territoriale – ma soprattutto istituzionale – impedisce la convergenza delle energie associative verso obiettivi condivisi di medio-lungo termine. Le collaborazioni, pur meritorie, rimangono prevalentemente tattiche e orientate al singolo evento. Vi è un’evidente carenza di pianificazione integrata: manca una strategia di sviluppo che colleghi organicamente le diverse vocazioni territoriali – vitivinicola, storico-culturale, paesaggistica – in un’offerta competitiva e differenziata. Le iniziative conservano un carattere episodico che non consente di costruire flussi turistici stabili né di consolidare un’immagine territoriale riconoscibile sui mercati di riferimento.

Vi è poi un limitato coinvolgimento della base sociale. L’attivismo rimane spesso confinato agli “addetti ai lavori”, senza generare quel coinvolgimento diffuso della cittadinanza necessario per innestare processi di cambiamento duraturo. Da qui la necessità di un salto qualitativo. Il patrimonio associativo di Guardia Sanframondi rappresenta una risorsa strategica di inestimabile valore. Tuttavia, per trasformare questo potenziale in sviluppo concreto è necessario un cambio di paradigma che superi la logica dell’iniziativa isolata per abbracciare quella del progetto territoriale integrato.

Serve un patto strategico che coinvolga stabilmente l’istituzione Comune in un piano di rilancio strutturato, con obiettivi chiari, tempi definiti e strumenti di monitoraggio efficaci. La sfida è ambiziosa ma necessaria. Le competenze ci sono, le risorse umane anche, le eccellenze territoriali non mancano. Ciò che serve è una visione strategica condivisa e gli strumenti operativi per realizzarla. Perché se è vero che le radici sono importanti, come suggerisce il nome dell’evento, è altrettanto vero che senza una crescita organica dell’intero organismo territoriale, si rischia di rimanere prigionieri di un passato glorioso invece di costruttori di un futuro prospero.

Il momento è propizio: sta alle istituzioni e alla comunità cogliere questa opportunità per scrivere un nuovo capitolo della storia guardiese.