C’è una frase che risuona, potente e vuota, tra i vicoli del paese, nei bar, nei supermercati di Guardia, tra una chiacchiera e un caffè, come un mantra stanco: “Non li voto più.”
La pronunciano in molti. Dallo storico frequentatore del bar, dai capannelli di fronte al Comune ai passeggiatori lungo via Municipio. Ogni volta che l’amministrazione sbaglia, che un progetto fallisce, che un servizio manca, la risposta popolare è sempre la stessa. Un grido di protesta, sì. Ma sterile. Un ruggito, certo. Ma quello di un insetto.
Perché “non li voto più” non è mai seguito nelle elezioni successive da un’azione, da una proposta, da un’alternativa. È la valvola di sfogo perfetta: ti libera la coscienza, ti fa sentire giusto, informato, superiore. Ti fa tornare a casa col petto gonfio d’indignazione e la rassicurante certezza che nulla cambierà.
Perché è proprio così: nulla cambia. Tutto si ripete.
L’amministrazione, che sia colpevole di errori e orrori o semplicemente mediocre, sa benissimo che quelle parole non sono una minaccia, ma un’abitudine. Nessuna rivoluzione in vista, nessuna mobilitazione. Solo il solito teatro: l’indignazione pubblica che si spegne con l’applauso automatico dell’ennesima promessa non mantenuta.
E allora il sindaco, col volto perennemente corrucciato, le rughe dell’indignazione scolpite in fronte, può continuare a parlare con toni da autorità, senza davvero ascoltare. Gli assessori possono insistere su una gestione lontana dai bisogni reali. Il consiglio può continuare ad autoconservarsi. Perché tanto, nessuno li voterà più, ma poi qualcuno li voterà ancora. E chi protesta oggi, voterà domani. Magari turandosi il naso. Magari convinto di non avere alternative.
E mentre il paese affonda nella ripetizione, nella stasi, nella sfiducia, il cittadino si consola con la sua rabbia impotente. Davvero pensate che basti borbottare in fila alla cassa del supermercato o criticare su Facebook per scatenare un cambiamento? Che basti un po’ di sarcasmo da bar per far dimettere un’intera giunta?
Non basta. Non basterà mai.
Serve molto di più che un “non li voto più”. Serve coraggio, organizzazione, partecipazione. Serve un’idea di futuro, un’alternativa vera, credibile. Non solo indignazione da condividere, ma azione da costruire.
Fino ad allora, potete anche ripetere quel mantra ogni giorno.
Ma mentre voi marcerete in una direzione, Guardia continuerà ad andare nell’altra. Come sempre. Come prima.