Nel cuore del Sannio, tra i borghi antichi e le colline che raccontano storie di fatica e resilienza, la sanità pubblica vive i suoi anni più tormentati. Non è solo una questione di carenze strutturali: siamo di fronte a un collasso annunciato, frutto di scelte mancate, disattenzioni politiche e — troppo spesso — complicità istituzionali. E a Guardia Sanframondi, purtroppo, la situazione non è diversa.

Il Sannio oggi è un territorio dove il diritto alla salute è diventato una lotteria geografica. A Benevento, l’Ospedale “San Pio” combatte con reparti sottodimensionati e turni insostenibili. A Sant’Agata de’ Goti, il Pronto Soccorso chiude la sera, e addirittura durante tutto il periodo estivo, lasciando scoperta un’intera area interna. A Cerreto Sannita, è sparito il medico dalle ambulanze. In tutto questo, Guardia Sanframondi, uno dei centri più popolosi della Valle Telesina, è rimasta da anni senza una risposta sanitaria strutturata, se non quella garantita da pochi medici di base lasciati soli.

Un Comune immobile. A rendere tutto ancora più grave è l’assenza di una reale iniziativa politica da parte dell’amministrazione comunale. L’amministrazione di Guardia Sanframondi, di fronte al progressivo smantellamento dei servizi sanitari territoriali, ha scelto — nei fatti — la via del silenzio. In questi cinque anni, nessuna mobilitazione concreta, nessuna pressione sulla Regione Campania, nessuna convocazione pubblica per ascoltare i bisogni dei cittadini. Nessun atto politico forte che facesse sentire la voce del paese.

In un momento in cui i sindaci avrebbero dovuto essere le prime sentinelle del territorio, a Guardia si è preferito restare nella comfort zone, mantenere equilibri e rapporti, piuttosto che battersi per il bene della comunità. Eppure, parliamo di un Comune che, per dimensione e ruolo nella valle, avrebbe avuto tutto il peso per sostenere una battaglia civica e istituzionale. Non l’ha fatto. E il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Un esempio simbolico è la vicenda del PSAUT di Cerreto Sannita, presidio fondamentale anche per i cittadini di Guardia. La rimozione del medico a bordo delle ambulanze è un fatto di una gravità estrema. Eppure, nessuna iniziativa pubblica, nessuna protesta ufficiale è partita dal Comune di Guardia. Nessuna interrogazione, qualche mozione consiliare e nulla più, nessun appello collettivo. È mancata la voce istituzionale, proprio quando serviva più forte.

Nel frattempo, sono i cittadini a pagare il prezzo più alto. Anziani che devono affrontare viaggi interminabili per una visita, oppure rivolgersi alle strutture private del territorio. Famiglie che non sanno a chi rivolgersi in caso di emergenza notturna. Eppure il diritto alla salute non dovrebbe essere legato alla fortuna di vivere a pochi minuti da un grande ospedale.

Serve una svolta. Ora. Guardia Sanframondi merita di più. Merita un’amministrazione che sia voce, scudo e motore della comunità. Che chiami a raccolta i cittadini, che chieda conto alle istituzioni superiori, che costruisca alleanze con gli altri Comuni della valle per rivendicare una sanità giusta, accessibile e di qualità. Sostenere la riattivazione del medico a bordo delle ambulanze nel PSAUT di Cerreto è solo l’inizio di un percorso. Perché il tempo è finito. In sanità, l’immobilismo uccide. Tacere significa diventare complici di un sistema che penalizza chi vive nei piccoli centri. La politica locale ha il dovere morale e istituzionale di reagire. Perché amministrare non è solo gestire l’ordinario: è avere il coraggio di affrontare l’emergenza, difendere i diritti, mettere la propria faccia dove serve.

Il futuro della sanità nel Sannio e a Guardia Sanframondi non può essere deciso altrove, senza i suoi cittadini. Ma per contare, serve una classe dirigente e un primo cittadino all’altezza della sfida. Che smetta di tacere e inizi finalmente a lottare. Perché la salute non è un favore: è un diritto.