La schizofrenia del dibattito pubblico a suon di volantini è talmente patologica che pare di vivere in due Guardie, ciascuna con i suoi interpreti. Invece è sempre la stessa Guardia, con gli stessi interpreti pseudo-politici da decenni: che cambiano vedute, logica ed etica a seconda delle convenienze e che sono sempre più materia da psichiatri.
Per anni abbiamo atteso invano che l’amministrazione Di Lonardo dicesse qualcosa su quel trascurabile dettaglio chiamato “situazione finanziaria” lasciata in eredità dall’amministrazione precedente. Qualche giorno fa – dopo una gestazione lunga quasi cinque anni – l’amministrazione guardiese ha sciolto la riserva che ci ha fatto esclamare “finalmente!” prima di leggere le parole del volantino e “embè?” dopo averle lette. Nella cronaca fantasy contenuta nello scritto, infatti, dopo aver letto ciò che tutti intuiscono da anni su cos’è diventata la lotta politico-affaristica in questo paese, dove ogni parola suona come una presa per il culo (manca solo la mappa dei tesori nascosti: ma arriverà presto), tipo come chiedere a uno “Che ore sono?” e sentirsi rispondere “In famiglia tutto bene, grazie, e lei?”, torna un classico della commedia guardiese: la contesa elettorale a mezzo bancone del bar. Che conferma però una cosa molto seria: questi non sono politici, sono ridicoli.
Ecco lo stato delle cose, la colonna sonora della nuova Guardia che, in attesa di qualcuno o qualcosa, uscirà purtroppo dalle elezioni di settembre (o marzo 2026) che non potrà che essere uno sferragliare di cateteri, dentiere, pappagalli, stent coronarici, fleboclisi, cinti erniari. Statene certi, ne faranno delle belle, perché a guidare il futuro di Guardia si candiderà ancora una volta il suo peggiore passato: un cronicario di revenant e vecchie glorie che non ne hanno mai azzeccata una facendo carriera sui propri fallimenti e ora minacciano di concedere il bis, il tris, quater… Il solito e immarcescibile, imperituro e immutabile sistema di potere trasversale e consociativo, un circolo vizioso di sodalizi e compromessi, che si autoperpetua da oltre 30 anni con gli stessi uomini (o, se proprio muoiono, coi loro figli e figliocci). Un potere invisibile e radicato, una rete di influenze economiche e professionali che muove i fili dietro le quinte, oscurando il vero potere politico e soffocando ogni tentativo di cambiamento o di rinnovamento. Questi “burattinai”, che restano sempre gli stessi, sembrano rendere inutile ogni alternanza politica, dato che non ci sarebbe mai un vero spazio per un’opposizione che possa intaccare il sistema. Lo scontro politico disturba gli affari. Infatti si sono sempre spartiti il Comune d’amore e d’accordo.
Mentre i fini analisti da bar fanno previsioni, quelle che a Guardia chiamiamo “vomma”, ad oggi nessuno sa chi presiederà il nuovo Municipio, chi ne farà parte e addirittura con che programma, se gli “scienziati” che oggi amministrano la comunità si riproporranno, quale combriccola sbucherà dalle urne, se ci sarà colui che è riuscito a governare Guardia per ben 12 anni senza far nulla, a parte vendere fumo, per poi darsela a gambe un attimo prima che i guardiesi lo sgamassero. Tutti in formissima, grazie a un elisir di eterna vita chiamato Comune di Guardia. Alcuni di loro addirittura si spacceranno per nuovi, annunceranno “cambiamenti radicali” per Guardia, parleranno sui social come nerd ventenni alla prima start-up mentre facevano danni già ai tempi della “Cossa”, o han passato la vita a tentare di imitarla. Ecco come saranno le prossime elezioni. Sembrerà di vivere ne “L’audace colpo dei soliti ignoti”, sequel del capolavoro di Monicelli, con la banda del buco che torna a colpire con gli stessi catastrofici risultati. Basta leggere tra le pieghe dei volantini apparsi nelle ultime ore e gettare uno sguardo sulle cifre e i nominativi presenti…