Se dovessimo spiegare a uno straniero, o a un forestiero che ha altro da fare, cosa diavolo succede a Guardia, preferiremmo arrenderci. Mission impossible. Perché qui la storia s’ingarbuglia e non si capisce nulla. E quando pensi che si sia toccato il fondo, leggi i comunicati della maggioranza e dell’opposizione e ti rincuori: c’è ancora molto da scendere, o da scavare.

C’è infatti qualcosa di commovente, ma anche di irresistibilmente comico, in un paese (soprattutto se quel paese è Guardia) che scopre all’improvviso che la sua amministrazione ha appena approvato un documento sulla “Felicità Pubblica” e in questi quattro anni e mezzo ha pure riaperto la Biblioteca comunale e il campo sportivo San Filippo Neri… E ci sono voluti quasi cinque anni affinché si degnassero di spiegare ai cittadini elettori guardiesi che la precedente amministrazione ha lasciato un buco di ben 500 mila euro: “Abbiamo ereditato una situazione finanziaria disastrosa, con un debito di circa 500 mila euro che abbiamo dovuto sanare per evitare gravi conseguenze per il Comune”. Da quando ha letto la loro dichiarazione di guerra Floriano (lui che c’entra sempre e si porta su tutto) dorme con la luce accesa. A noi, invece, leggendo il comunicato risentito dell’attuale amministrazione viene subito in mente la metafora della rana nella pentola (cit.): se la getti subito nell’acqua bollente, quella salta fuori all’istante; se invece la butti in acqua fredda e alzi pian piano la temperatura, la rana si adatta gradualmente al calore e, quando l’acqua si fa rovente, non ha più la forza di salvarsi schizzando fuori. E muore lessata. Ah, dimenticavo: la rana siamo noi. Ora si spera che un nuovo volantino – atteso con la suspense che un tempo si riservava all’Oracolo di Delfi – li induca a spiegare ai cittadini elettori cosa hanno fatto per questo paese in questi quattro anni e mezzo. E chissà, chi fosse dotato di un pizzico di memoria ricorderà persino quando e perché da decenni non hanno mai fatto un plissé, e qualcuno ha addirittura condiviso le iniziative di cui si parla nel volantino (Scuola, Biowine, Sannio Falanghina, ecc…), o perlomeno non le ha minimamente contrastate.

In quanto al contenuto del comunicato di cui sopra non so come gli studiosi della psiche umana chiamino lo strano fenomeno che attanaglia questi personaggi. Non il vittimismo aggressivo, né la mania di persecuzione, né la sindrome di accerchiamento. Casomai gli specialisti non avessero ancora dato un nome a questo strano fenomeno, ne avremmo da suggerire uno: paraculaggine. Per non parlare dell’inclinazione ad attribuirsi cose mai fatte. Ce ne sarebbe abbastanza per rimpatriare col foglio di via tutta questa gente, classificata in blocco come dilettanti allo sbaraglio. È vuoto, infatti, il loro bilancio: nulla di significativo che la gente di Guardia possa ricordare per averle migliorato la vita. Sono vuote le casse comunali fra immobilità gestionale e finanziamenti revocati. È vuoto il bilancio per gli anni a venire. Sono vuote le bocche e le zucche degli assessori e dei consiglieri, che passano il tempo fra carnevalate, cazzate (quando si capisce ciò che dicono e fanno) e supercazzole (quando, per fortuna, non si capisce). È vuoto il dibattito delle idee, regredito alla clava dei Flintstones e alle curve da stadio.

È tutto un grande buco col vuoto intorno. Che aspetta soltanto che qualcuno lo riempia.