Ha ragione Fiorenza Ceniccola quando in consiglio comunale descrive una riflessione critica sul sindaco Di Lonardo, facendo riferimento a momenti specifici che in questi anni hanno suscitato delusioni e polemiche: “Le promesse di trasparenza, partecipazione e apertura al confronto sono rimaste solo parole. Gli impegni assunti con i cittadini-elettori sono stati ignorati”. Le sue parole, oltre ad essere critiche nei confronti del sindaco, della giunta e delle loro azioni, evidenziano i momenti di fallimento o di non scelte in relazione al programma presentato dalla lista Esserci e alla gestione di eventi compromessi da scelte poco felici o da un approccio che ha sollevato molti dubbi. Analisi tecnicamente impeccabile, quella della giovane consigliera. Ha un solo difetto: nessuno ha avuto cuore di spiegarle che a Guardia il potere dà alla testa e logora anche e soprattutto chi ce l’ha. È un irrefrenabile impulso. Una tassa da pagare, anzi da far pagare agli sventurati cittadini che ancora si trascinano al seggio. A Guardia è un tema ricorrente nella riflessione sul comportamento umano dei nostri pseudo-politici e sulle dinamiche politiche o sociali. Per tutti coloro che raggiungono un qualsiasi potere prima o poi arriva il momento confusione. Che significa anche stordimento, vertigine, perdita di lucidità. Di solito è dovuto a troppa sicurezza di sé, troppa adulazione, troppa compiacenza da parte di chi (il cittadino-elettore) dovrebbe fungere da freno inibitore contro i rischi di delirio di onnipotenza, spesso – come nel caso descritto dalla giovane consigliera – misti a mania di persecuzione e sindrome di accerchiamento. E la mania di persecuzione e la sindrome di accerchiamento, fanno anche pensare a individui che – come nel nostro caso -, oltre a sentirsi onnipotenti, cominciano a vedere nemici ovunque. Fino alla distorsione della percezione della realtà, alimentato dalla troppa sicurezza di sé e dal mancato confronto con critiche o punti di vista alternativi. Ma accerchiato da chi? È presto per dire se su Di Lonardo & C. sia calato il sipario. Ma la luna di miele è un lontano ricordo. Però è consolante sapere che anche il sindaco Di Lonardo, entrato in fase Marchese del Grillo quasi subito, poi tracimato e sempre più impopolare, a quanto pare non abbia più nemmeno un piccolo fan club a Guardia.
Avevamo previsto come sarebbe finita, anche per via del personale umano di cui è circondato Di Lonardo a cominciare dal Gatto e la Volpe che oggi fischiettano come se i fatti non sbugiardassero anche loro. Ma i fischiettatori vanno capiti: dopo quattro anni e passa passati a vendere fumo e falanghina, temono che emerga la verità: i veri incompetenti erano loro. Uno normale scaverebbe una buca e sparirebbe per sempre. Ma i fischiettatori da decenni sono sempre lì, non si vergognano, anzi si credono coerenti. Coerenti come gli sciuscià che in questa comunità ancora lustrano le scarpe di questo e quello senza neppure alzare gli occhi per vedere di chi sono. Talmente coerenti che ogni mattina si svegliano, aprono la finestra, s’infilano un dito in bocca e lo mettono fuori per sentire dove tira il vento. Ora, a qualche mese dalle elezioni, qualcuno di loro addirittura spera che tocchi di nuovo a chi in questi anni ha realmente dettato l’agenda di Di Lonardo & C. e nascosto i disastri, gli errori suoi e dei suoi dietro l’immagine della competenza. E che anziché “metterci la faccia”, si è nascosto e ha lasciato la vetrina ai suoi bravi ragazzi.
D’accordo, anche da noi il mondo è bello perché è vario. Ma se non ci fossero gli interessi di un’intera comunità la pseudo-politica guardiese oggi sembrerebbe puro cabaret.