Il bar di Guerre stellari. L’aula consiliare del comune di Guardia. Luogo di incontro di quella che ancora chiamiamo amministrazione. Maggioranza, opposizione, cittadini (pochi). Il consiglio comunale aperto. Cittadini annoiati. Cinque minuti a intervento (un paio). Si parla del problema dei furti in casa che sta interessando la comunità guardiese. Pantomima. Azione scenica muta. Successione di gesti e di atteggiamenti, o anche una danza più o meno sfrenata, a carattere farsesco. Il bar di Guerre stellari. Serie di gesti vivaci o addirittura concitati, per comunicare fra maggioranza e minoranza senza che i presenti se ne accorgano. Messinscena, cose e situazioni fittizie. Il bar di Guerre stellari, appunto. Luogo che fa pensare a una caricaturale pena del contrappasso per tutti gli eccessi e le pantomime di chi negli anni ha occupato quegli scranni. Come difendersi dai ladri? Installiamo altre telecamere agli ingressi del paese: magari quelle di ultima generazione, con il riconoscimento facciale. Riapriamo il tribunale. No, riaprire i piccoli tribunale non serve a nulla. Inferriate, porte blindate. Cambiate le serrature. Una ronda per rione. Coinvolgiamo la protezione civile. E poi il sindaco che come usano gli egolatri patologici è convinto che tutti debbano amarlo e onorarlo, con le buone o con le cattive. “Non me ne vado: nei prossimi mesi vi farò vedere i fuochi artificiali”: grida alla minoranza e a chi ha orecchie per sentire.

Nel frattempo, l’altra sera, una interessante trasmissione su La 7, “Una giornata particolare” di Aldo Cazzullo, dedicata all’Inferno dantesco. Ecco il riferimento, che mancava. Ecco il palcoscenico. Ecco l’aula consigliare del comune di Guardia. Ecco gli ignavi che per tutta la vita hanno ignorato ogni ideale e che nell’inferno di Dante sono condannati post mortem a inseguire un’insegna qualunque punzecchiati da insetti e mosconi. E poi i ladri – come diceva Dante, per il tramite di Cazzullo – con le mani intrecciate dietro la schiena e morse da orribili serpenti e infine gli adulatori frustati sulle chiappe da diavoli e immersi fino alla punta dei capelli in un lago di sterco: avendo leccato culi per tutta la vita… ecco il riferimento. Ecco: maggioranza e opposizione che sembrano fatti apposta per mascherare le ipocrisie del fighettismo “guardiese”, politicamente corretto, e finto competente.

Come va letto il dibattito, il confronto tra l’amministrazione, la minoranza e i cittadini terrorizzati da un fenomeno che si pensava non interessasse la nostra comunità? C’è un aspetto che ha reso alla camomilla la parte del dibattito che poteva essere invece quella più interessante e che ha tolto dal campo la possibilità che ci fossero scintille sull’operato dell’amministrazione uscente sulle iniziative messe in campo per contrastare il fenomeno. Perché criticare ora il sindaco e l’amministrazione avrebbe significato criticare sé stessi. Troppe questioni personali, troppe ruggini, troppi rancori. In sintesi è emerso un dibattito nel quale non è stato possibile produrre nessuna soluzione, nemmeno criticare le mancate scelte fatte dall’amministrazione: perché tutti hanno avuto un piede dentro l’amministrazione degli ultimi anni; chi con un piede e chi con un dito stavano tutti là. Detto questo, l’ultimo intervento. Ecco lui: l’uomo per tutte le stagioni, massimo esempio di integrità morale, di uomo che rimane fedele ai propri principi e alla propria fede in qualunque circostanza pur adattandosi a essa: lui, sempre composto, come si dice dei cadaveri. Lui che bada solo alle forme non avendo mai nulla da dire sulla sostanza. Lui che si alza e prende la parola. Che gli ha preso? Ha avuto un calo di pressione, l’amico del cuore lo ha lasciato per Floriano; lo stress del bilancio gli ha intaccato i centri nervosi, si è sparato un’overdose di camomilla tossica, talmente assonnato da far cadere gli spettatori in stato di trance? O starà passando un brutto periodo; si chiude a lungo in bagno, va su certi siti… una colta maturità bruciata. Dopo aver guidato per anni l’autunno guardiese, probabilmente, ingrassando e finanziando amici e compagnucci – e non certo con ghirlande di fiorellini –; lui che, come disse un giorno qualcuno che lo conosce bene: “Non è appassionato di politica, è appassionato di potere”; a lui il compito di annunciare la primavera pietrelcinese come unica soluzione per contrastare il fenomeno dei furti guardiesi. Ha il timbro di voce da obitorio e procede in default. Il suo intervento pubblico è un telefilm horror, passamontagna, delinquenti professionisti, guerrieri ninja. Ecco l’aula consiliare del comune di Guardia. Il bar di Guerre stellari.

Ecco la chiusura del dibattito, i saluti e un invito per noi cittadini, pronunciati con tono tombale: “Quando uscite lasciate la luce accesa”.