Non sono il solo ad aver scritto e detto di aver preferito votare l’amministrazione Di Lonardo senza farsi alcuna illusione, turandosi il naso e scegliendo il male minore. Non entrerò nel merito su quello che s’è fatto o non s’è fatto, sulle cose annunciate e mai realizzate in questi quattro anni, su molti di questi temi ho già espresso dissensi piuttosto chiari. Ma il tema è più generale, non riguarda le singole questioni ma l’attitudine, la predisposizione con cui non si sono affrontati fatti e situazioni. La politica non è astrazione retorica, è solo fatti. Diciamo subito una cosa, che era ben chiara sin dalla presentazione della lista Esserci: se il sindaco Di Lonardo avesse tenuto fede alla linea del cambiamento che si attribuiva o diceva di voler seguire, non avrebbe probabilmente avuto nessuna possibilità di amministrare. A Guardia il sistema di potere non scherza, e mai acconsentirà ad avere una gestione in rotta radicale con le loro linee di fondo. Di Lonardo lo sapeva benissimo con chi aveva a che fare: avendo fatto parte dello stesso “giro”. L’errore è stato di non aver deciso cosa voleva: testimonianza o amministrare. Nessuna delle due opzioni: ha scelto la latitanza. Quindi, non facciamoci illusioni. Non si tratta di essere cinici. Il discorso è più complicato. La gestione Di Lonardo è alla fine della corsa. E di sicuro non sarà un incontro al caminetto di ex sindaci – richiesto da immaginari, ma non più di tanto, emigrati di origine guardiese – a far uscire Guardia dal pantano in cui è precipitato. Gente che durante la loro gestione ha ampiamente dimostrato di non saper decidere, gente che divide, incapace di intercettare i temi reali della comunità guardiese, di coglierne le profondità, le opportunità e la ricchezza di un territorio e le grandi questioni del presente e del futuro. E poi, pensate davvero che un altro anno con Di Lonardo – con il supporto di qualche finanziamento o l’inizio di qualche opera pubblica -, Guardia possa cambiare, svoltare, e i suoi abitanti ritornare a fare gli spavaldi, sottrarsi agli inchini o non piuttosto ingoiare bocconi, alzare la zampa quando lo dice il domatore? No, non è possibile, a Guardia ci vorrebbero giganti che, a parte qualche eccezione, non abbiamo. Personalmente smisi di pensarlo già molti anni fa. E smisi di puntare sulla politica o riporvi grandi aspettative. Oggi bisogna accontentarsi di molto meno. Già rimuovere Di Lonardo – e quelli che ancora ci sono da almeno trent’anni – dal potere sarebbe un gran risultato. Già vedere i loro adulatori e vassalli con la coda tra le gambe sarebbe una bella soddisfazione. Di più non si può pretendere. Perché a Guardia chi ama testimoniare la coerenza non deve rivolgersi alla politica; può coltivare quei principi tra selezionate e ristrette comunità, cenacoli e tribune. Ma non si illuda che ciò possa avvenire in politica: anche cambiando continuamente vettori, passando di illusione in delusione, in questa comunità non arriverete mai a trovare il primo cittadino o il gruppo di persone ideale che vince le competizioni politiche e va ad amministrare mantenendo illibata la sua purezza. I puri restano tali se perdono o non esercitano; vincendo e praticando perdono la purezza.Se tutto questo non vi piace, ripeto, a Guardia state alla larga dalla politica. O se siete realisti, abbiatene minimi contatti. Lo stretto necessario, poche aspettative e minime pretese.
A questo punto potrei continuare da ecumenico e addirittura parlarvi bene di Di Lonardo e dei suoi compagni d’avventura, che so, di Carlo Falato, e di tutti gli altri, incluso addirittura Orso Lino. Perfino di Floriano Panza, di professione regnante. Voi direte, ma cos’è questo buonismo natalizio? Se non è una degenerazione cerebrale, è una tempesta glicemica di bontà natalizia? Sarà una malattia senile, sarà un virus pre-natalizio, ma non è solo questo. È che non riesco più a vedere la politica nostrana come il luogo in cui si distinguono i “noi” dai “loro”, in cui si decidono davvero i destini di Guardia e della nostra vita; da qui il distacco nel giudicare. Anzi tendo a vedere le cose con occhio non più della politica. Ecco perché non riesco a trovare mezzo motivo per essere d’accordo con chi oggi vorrebbe riunire addirittura gli ex sindaci per “rimboccarsi le maniche ed affrontare in armonia i problemi del paese” (ovvero gli artefici del disastro morale e materiale di questo paese). Trovo davvero avvilente come cittadino di Guardia, assistere al tentativo di assolvere sempre gli stessi personaggi, quando è evidente che le colpe sono tutte dalla loro parte e del loro cinismo acchiappasoldiepoltrone.