Li ho più volte definiti la disgrazia di Guardia: il trust di cervelli che amministra Guardia da decenni; gente che monta due facce, l’una davanti, l’altra di dietro, la versione guardiese di Giano bifronte. Intendiamoci: la mia è solo una critica innocua, un punto di vista del tutto personale. È che sono esigente, ho principi radicati fino nell’anima e dal mio paese mi aspetterei di meglio. Soprattutto da parte di chi, da ben quattro anni insiste nella retorica del cambiamento pensando di farla franca. Abituati, convinti che basta prendere i voti per essere sempre nel giusto e guadagnarsi un’assoluta immunità dalle critiche e alle domande sulla miriade di ambiguità che è il vero motivo del loro pseudo-consenso. Anche perché questi individui – sempre gli stessi -, in fondo sono solo piccoli borghesucci moderati, opportunisti, democristiani, pronti a cambiare bandiera appena il vento cambia. Ma la loro specialità più perversa è essere riusciti nel giro di quattro anni e poco più a passare dal cambiamento al paraculismo con una velocità sorprendente, senza scrupoli. Da nemici del potere panziano a soci occulti del medesimo, nel giro di pochi mesi. Da nemici del “sistema Guardia” a servi del sistema. Una giravolta che non ha precedenti nel pur ricco campionario guardiese di voltabandiera e saltafossi. Si dirà che questa è la politica, la solita trattativa politica del do ut des. Certo, ci potrebbe stare, anche se nel caso di Guardia si scopre quasi sempre che il “des” non c’è e che c’è solo il “do”. Infatti si tratta del solito gioco delle parti in un teatrino di intrallazzi messo su ogni volta ad arte per i consueti bisogni di lorsignori e compagni di merenda, e non certo per rappresentare quelli dei cittadini guardiesi. Vale dappertutto, ma vale ancora di più a Guardia: a giudicare dai fatti che succedono.
Ma lasciamo da parte l’etica e la morale, la coerenza ideale e la dignità personale, che pure stridono, anzi urlano, davanti a questo deprimente spettacolo. Lasciamo da parte la diretta conseguenza per Guardia. E chiediamoci almeno una cosa: ma che affidabilità possono darvi figuri che per una seggiola cambiano in modo così vistoso tutto quel che erano, dicevano e facevano il giorno prima ed eludono anche il giudizio del popolo sovrano perché sono ben coscienti di averla fatta sporca e contro il parere dei guardiesi? Che motivazioni possono avere se non meschine, saltimbanchi di questo tipo e che servizio potranno rendere a Guardia in questo ultimo scampolo amministrativo? Dove pensate che possano portarci individui di questo tipo, facce così reversibili coi loro glutei? In fondo la definizione precisa e fisica dell’opportunista inconcludente è proprio quella: ha la faccia come il lato b, intercambiabile. Spero tanto che chi ha votato questo “trust di cervelli”, fatto solo di snobismo, scicchismo un tanto al chilo e omologazione, inizi a farsi qualche domanda.
A ormai quattro anni dalle elezioni, Guardia si ritrova a prendere atto del fallimento politico e amministrativo di questa maggioranza. Si sono sprecate finora molte parole, ma avremmo sperato che l’amministrazione avesse avuto un approccio più serio e meno demagogico sulle problematiche, economiche e sociali di Guardia. Invece quattro anni di nulla. Quattro anni passati ad “accontentare gli umori ora di questo ora di quell’altro, di questo o di quel portatore di voti e a garantire la tenuta di personaggi pervasi da una continua diaspora. In questi quattro anni si è tentato inutilmente di tenere la barca a galla, ma furbamente senza farla mai realmente navigare. Le tante, troppe questioni irrisolte di Guardia certificano definitivamente l’inadeguatezza di questa amministrazione ad occuparsi realmente della comunità, riuscendo puntualmente a disattendere le aspettative e la fiducia accordata nel 2020. Degrado urbano, acqua potabile (quando c’è) con livelli di calcare tali da provocare problemi agli impianti idraulici dei cittadini (con evidentemente soddisfazione degli idraulici), strade dissestate, assenza di servizi, decentramento selvaggio. Un’amministrazione totalmente assente sui tavoli che contano: dalla sanità ai servizi essenziali per la comunità l’amministrazione guardiese non si è nemmeno presentata. Ma questi sono solo alcuni dei settori nei quali l’amministrazione comunale ha fallito.

Siamo entrati nel quinto anno di gestione amministrativa e non possiamo nascondere la nostra forte preoccupazione a fronte dell’inadeguatezza, incompetenza e superficialità, assenza di respiro strategico nell’azione amministrativa, peraltro, svolta in maniera episodica, rincorrendo gli eventi promossi dalle varie associazioni presenti sul territorio, e quindi disorganica. Ciò, a dire il vero non ci ha colti di sorpresa. Noi siamo sempre stati convinti della sua inadeguatezza al ruolo, della sua incapacità amministrativa. Sono altri che dovrebbero, adesso, rendersene conto e recitare mille mea culpa, per aver contribuito alla sua elezione; a cominciare da chi scrive e da quei soggetti pseudo-politici che, per fortuna, somigliano sempre più a una stravagante specie politica locale in via d’estinzione.
Da ben quattro anni i cittadini, i giovani, le associazioni hanno sfidato l’amministrazione a dibattere pubblicamente su tutte le questioni amministrative che, ancora, con noioso moto perpetuo, continuano a evidenziare. I loro inviti non hanno mai ricevuto riscontro perché, probabilmente, dalla sua torre d’avorio e il riconoscimento dei propri limiti ha impedito all’amministrazione di affrontare un simile impegno. D’altronde i latini saggiamente affermavano: ”Excusatio non petita, accusatio manifesta”. Pertanto, consapevoli che non risponderanno mai ai quesiti dei guardiesi e altrettanto consapevoli che la permanenza dell’amministrazione comunale sarà sempre più dannosa per la comunità, ci sentiamo obbligati, per l’amore che nutriamo per Guardia, di rivolgere loro un accorato appello: dimettetevi!