Un po’ mi dispiace fare articoli del genere perché Guardia sarebbe pure casa mia. Purtroppo però mi hanno sfrattato e un branco di affaristi senza passione e senza dignità, lontani da me quanto un politico dalla coerenza, l’hanno occupata indegnamente da oltre un trentennio. Si fanno chiamare classe dirigente ma sono solo degli abusivi, un fake (come si dice oggi). E se qualcuno avesse ancora dei dubbi, si ripassi la storia degli ultimi trent’anni. Specialmente quella degli ultimi arrivati. Scelti dagli elettori guardiesi li credevano finalmente vicini a quel cambio di passo che questa comunità dovrebbe sostenere, si sono rivelati invece un disastro totale, e via via come capita ormai per ogni finto cambiamento, in piena continuità con quelli che hanno sgovernato negli ultimi decenni (che poi sono sempre loro). Persone che non parlano e se parlano soltanto bla bla bla senza dire niente. Aprono continue parentesi per evitare di rispondere nel merito, e poi (se rispondono) le riempiono di niente nascondendoci le idee che non hanno, e, nel caso le avessero, ce le faranno sapere una volta terminato il lavoro, come ha scritto sui social uno di loro. Quello che invece i loro silenzi ci comunicano sono le cose che non hanno fatto quando avrebbero potuto e dovuto. Certo, a loro intanto sorridono i monti e non hanno colpe, la colpa è sempre di quelli di prima, ma io sono una brutta persona e credo che le cose necessarie a questa comunità non le avrebbero fatte nemmeno loro. E non le faranno, se mai un giorno ne avranno ancora la possibilità. Perché son soltanto burocrati d’apparato, come tutti gli altri prima di loro. Anzi, peggio, di tutti gli altri (che poi sono sempre loro), proprio perché stavolta c’erano delle aspettative. Sapere poi che pare percepiscano pure un compenso per alcuni piuttosto cospicuo non migliora certo le cose e le riduce, come sempre, al vero motore di tutto. Altro che, come poetava Dante, “l’amor che move il sole e l’altre stelle”. Sono i soldi e il potere a farlo. E dopo una certa età, solo i soldi. A tal proposito, mi piacerebbe sentire i pareri di quelli che quattro anni fa li hanno votati, cosa ne pensano loro. Soprattutto quelli non ancora storditi dai bagordi autocelebrativi delle vinalie. Ma forse gli sta bene così. Perché la fortuna di questa gente è che il loro elettorato, lo zoccolo duro (famiglia, parenti, amici, cantinieri, appaltatori e…), ha poche pretese: gli metti nel piatto un favorino, una piccola spintarella al figliolo, un lavoretto e nel bicchiere un po’ di Falanghina Gran Medaglia d’Oro, gli racconti tre sciocchezzuole e sono felici. Figuratevi che in passato hanno eletto perfino uno che campa di politica da più di cinquant’anni ritenendolo una specie di messia. E addirittura c’è chi oggi continua a chiamarlo nella vana speranza di averlo di nuovo come guida, che è un modo neanche troppo velato di darsi degli idioti.
Esagero, certo, ci scherzo sopra, ma non mi sembra normale che a Guardia non ci sia più nessuno che si incazzi. A volte mi sembra di essere l’unico a chiedere un minimo di coerenza e rispetto per la sua storia, che questa gente dovrebbe rappresentare. E soprattutto a chiedere se c’è ancora un’idea che si intende portate avanti per il suo futuro (e che non sia il solito magna magna, convegni, apericene, presentazione di libri…). Visto che in questo paese oggi c’è un vuoto desolante, una terra abbandonata ormai socialmente inaridita dove tutto sta morendo. Mentre invece ci sono tante praterie da cavalcare e terre da rendere di nuovo fertili.
Io non mi voglio rassegnare al fatto di essere l’unico a pensarla così. Provando a pensare altrimenti. Sempre controvento. Io pretendo di più. Se per voi questo è abbastanza, ok. C’è quel vecchio detto che al tempo dei ciechi era beato chi aveva un occhio… lo capisco. A me però non basta e chiedo di più. Perché, nonostante tutto, credo che a Guardia – seppur sottotraccia – la voglia di irrigarle di nuovo, quelle terre, ancora c’è… Che ci resta se no… il nulla? Ma si sa, io sono piuttosto esigente, le mie previsioni non si realizzano mai e di politica non capisco un c…