Quando sto fermo per un po’ di giorni, vuoi per pigrizia, il caldo o gli impegni a San Gregorio, mi chiedo ogni volta se valga la pena ricominciare a mettere insieme qualche pensiero su Guardia (e quindi su coloro che occupano gli scranni comunali) da condividere con voi o non sia meglio invece andarmene anch’io mestamente a fare in culo dove ho già mandato da tempo gran parte del rimanente genere umano di questo paese. Mi rispondo sempre che in effetti non c’è nessuna ragione perché continui a scrivere e a tenere in vita questo blog, che tanto di quello che penso, giusto o sbagliato che sia, non frega un cazzo a nessuno e che le cose in futuro se cambieranno cambieranno comunque in peggio, con le mie opinioni o senza. Poi però – come sempre accade – passata questa botta di euforia e ritenendo ancora inopportuna l’alternativa suddetta, mando dentro le cuffie il solito assolo di Gilmour al fine di deliziare quel che resta dei miei neuroni e ricomincio a smanettare sulla tastiera.

Vediamo quindi cosa è successo a Guardia negli ultimi giorni.

A sentire il bar, a leggere facebuk, a Guardia, c’è un sollievo generale. Il sindaco di Guardia, Di Lonardo, in modalità “io so’ io”, respinge “con sdegno ogni polemica capziosa e infruttuosa, dettata semplicemente da rancori elettorali mai assorbiti” e allontana il rischio di dimissioni. Relazionerà dettagliatamente, dopo la celebrazione dei Riti Settennali, dichiara. Per dire cosa, nessuno lo sa. Un cumulo di sciocchezze e ipocrisie, probabilmente. Non c’è nulla di più frustrante di un sindaco che promette di cambiare le cose e poi, giunto al potere, lascia che siano le cose a cambiare lui. E avrei scommesso da subito che sarebbe finita così. Tutto rinviato, quindi. Quando gli allievi superano i maestri insomma. Tutti contenti, finito l’incubo, pericolo scampato, nessun rompete le righe. Vince la concordia, siamo di nuovo liberi e felici di celebrare i nostri Riti con serenità. Tuttavia, come ho già detto in altre occasioni, nessuno stupore. E se domani becco al bar il solito amico che frigna perché non cambia mai nulla e Guardia così non gli piace, giuro che gli metto le mani addosso. Perché chi ci amministra è perché ci rappresenta alla grande, sono perfetti per noi, piccolo popolo di ignoranti (nel senso che ignoriamo). Un popolo che vive in uno stereotipo di conformismo, pigrizia e imbellicosità sempre auto-assolutorio e consolante, e questo li fa sentire costantemente a posto. Perché l’evidenza delle cose è che di Guardia non frega niente a nessuno, a nessuno. Governati da un’amministrazione Netflix, dove ciascuno clicca on demand sul programma preferito. Una maggioranza e una opposizione che tuttavia è riuscita a gabbare gli elettori guardiesi con il teatrino di un finto derby. Proprio così. Perché l’amministrazione Di Lonardo non è mai stata un’unione per il cambiamento di Guardia ma soltanto una conventio ad excludendum. Del resto se chiami Gigione alla Sagra del Parruozzo e della Falanghina poi non è che puoi pretendere che faccia rock. La loro unione (conviviale), lo vedono tutti, è solo fuffa, è fondata solo sull’impedire a Floriano di ritornare al comune (chissà, magari qualcuno di loro, quando fra cent’anni sarà morto, dirà pure che anche per lui ci vuole l’intitolazione di qualcosa. Un’aula del comune, una sala a suo nome, una scuola, una bettola… L’aeroporto intitolato a Silvio Berlusconi apre tutto un mondo di possibilità). Questa specie di aggregazione non è mai stata pro ma solo anti. È tutta roba vecchia, nulla di nuovo: è Fritto Misto e Aria fritta per Guardia. Ecco perché in questi quattro anni hanno tenuto in piedi la combriccola e il suo finto cambiamento, quattro anni dopo che Floriano è politicamente morto. Perché con questa formula surreale si è impedito il reale cambiamento della comunità guardiese. Una formula collaudata. Campano su questo da decenni, ma non solo loro. E allo stato questa formula è tuttora l’unico collante, l’unica prospettiva, l’unica strategia che sanno mettere in piedi.

Ecco chi ha gestito e gestisce questo paese unico nel suo genere, un gruppuscolo di persone à la carte, con un menu per ogni gusto e palato. Un minuscolo ma potente circoletto di “compari” che si battono da decenni affinché nessuno si opponga. Il risultato sono gli inciuci ad ogni elezione: tutti elisir di lunga vita per questa comunità. Per questo le dimissioni anticipate di Di Lonardo servono a poco, perché mettersi d’accordo alle prossime elezioni la vedo piuttosto complicata. Visto che già oggi certi fenomeni nostrani consigliano apparentamenti e inciuci sull’esperienza dei disastri passati.

Le mie idee le sapete e sono sempre quelle. Voi se volete continuate pure a farvi prendere in giro da questa gente, perché loro sono i buoni e i giusti, possiedono qualsiasi verità e quindi si fa come dicono loro senza rompere le palle. Io di sicuro non ci sto, e spero sempre che quella – piccola o grande che sia – parte di cittadini guardiesi che non sono di quello stampo possano imparare a stare insieme e nel tempo riuscire a fare nascere condizioni di sviluppo politico che oggi sono azzerate. Azzerate anche per merito di chi in passato ha votato e vota in modo da eleggere gente che sa fare unicamente, sfacciatamente, il proprio interesse.