Quanto è bella la primavera coi profumi di gelsomino e della fresca brezza serale, con le giornate che si allungano e quella voglia di natura, di compagnia, di tramonti, di candidarsi. Lo senti quando sulla strada che percorri abitualmente vedi sui cartelloni 6×3 non la pubblicità di un supermercato, una nuova auto, una bella donna ma tutte quelle foto sorridenti con accanto la breve storia di esistenze virtuose ed il desiderio irrefrenabile di mettersi al servizio del cittadino; e quanti progetti, quante idee sparse nell’aria come polline col rischio di provocare le stesse allergie. In fondo sta per iniziare la stagione delle sagre e delle fiere paesane, quindi perché non aggiungere anche la sagra della sopravvalutazione? Intendiamoci, c’è da capirli, visti i fulgidi esempi di crassa ignoranza avvicendatisi negli anni al governo del Paese è praticamente impossibile percepire il benché minimo complesso d’inferiorità. E poi, quando squilla il telefono, e appare quel numero mai visto e si sente dall’altro lato esordire con “carissssssimoooo”, cosa ci può essere di più primaverile? Fortunatamente fra un paio di mesi il periodo finirà e ritornerà col caldo la pace dei sensi ma soprattutto il tempo delle riflessioni: fra una goccia di sudore e l’altra ci si chiederà in silenzio come sia stato possibile farsi abbindolare per l’ennesima volta…